venerdì 24 febbraio 2012

Parola di Primo


Nel nostro primo giorno aretino post-NZ ho conosciuto per la prima volta Primo Cangi, ottuagenario ed ultimo detentore della cultura contadina di queste zone. Con la sua famiglia abitava il lato nord di Casafredda, a sud c'era quella di Paolino, insieme se ne sono occupati fino agli anni '70 quando era ancora in piena attività colonica con le stalle delle bestie bianche e della miccia, gli stalletti dei maiali, l'aia, l'orto, i campi, la vigna e l'oliveta.

Con il loro lavoro soddisfacevano le esigenze alimentari di 25/30 persone. suoi ricordi e la sua esperienza sono tanto preziosi per noi, quanto è bello per lui avere qualcuno cui insegnare a prendersi cura della sua terra; 
"... perché recordete che vien tutto da la terra, anche 'l fero pe' fe le maghene".


Nella sua lunga vita, tutta trascorsa tra Sassocupo e Ceciliano, è stato testimone di quel cambiamento epocale che ha visto la fine della mezzadria ed ha trasformato il contadino in una razza in via d'estinzione; "... perché i trattori non figliano" come scrisse in un tema di prima elementare che frequentò a vent'anni, "... e la maestra se lo tenne quel tema" per rileggerlo se quella impensabile profezia si fosse un giorno realizzata.


Ieri è passato a trovarci, ci ha portato delle potature di vite da piantare e un altro po' dei suoi racconti da consumare di fronte ad un caffè. Questo pazzo clima di cui tutti ci meravigliamo non lo ha scosso più di tanto, anzi "fa bene a i' grano" e poi se n'è andato pronosticando una lunga estate secca, " ... perché ha fatto 'sciutto a tutte le calende!".




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