giovedì 26 gennaio 2012

A proposito della Fiera Antiquaria

E' sicuramente stato detto gia' molto sulla Fiera Antiquaria di Arezzo, un evento che si ripete con frequenza mensile oramai da svariate decadi e che ha raggiunto fama internazionale. 


Io sono particolarmente affezionato alla Fiera, forse per quello spirito da collezionista che mi porto dietro sin da bambino,
forse perche' girellare e rovistare nei banchi piu' differenti mi riporta a ritroso nel tempo e mi tiene legato alla mia stessa storia, rendendone vividi quegli specifici ricordi del vecchio modo di vivere, e che altrimenti svanirebbero nei ritmi e nelle regole delle nuove tecnologie.


Quante volte mi sono sorpreso con Michela a dirmi: "Guarda! Quello ce l'avevo anche io in casa da bambino...".


Un vecchio banco da falegname, completamente restaurato e messo in mostra al centro della meravigliosa Piazza Grande, non e' solamente un bel mobile, ma il vettore matriciale che mi riporta nella polvere della "stanza del falegname" della casa del nonno, con le assi ben stivate su un lato ed il banco da lavoro sull'altro.


Un cubetto di marmo con un accendino a pietra cilindrico incorporato, di quelli ricaricabili, da tavolo, con lo stoppino dell'accensione in corda, va per me ben al di la' dall'essere solo un oggetto di design degli anni 70 e materializza quel fotogramma dei miei ricordi dove un simile oggetto d'arredo e di vizio faceva bella mostra di se' sul tavolino da fumo di mia madre.


Abbarbicato ai miei quarant'anni come una patella allo scoglio salgo per Corso Italia pregustandomi l'inconfondibile profumo che esce dal Forno, Pane e Salute; loro della regola gattopardesca secondo cui si deve cambiare tutto per non cambiare nulla se ne sono altamente infischiati...e non hanno cambiato alcunche'!


Il panino al latte che esce ancor caldo dal retrobottega, a tegliate, rimane il piu' buono di Arezzo, cosi' come lo era ancor prima ch'io nascessi. Procacciarsi poi un bicchiere di vino, od una birra, non e' certo una missione impossibile e, se non si hanno troppe pretese, rimane solo da trovare uno scalino su cui appoggiare le nobili chiappe.


Mi piace da li', stare a guardare le persone affaccendate nei loro mestieri, piuttosto che serene nel tanto sospirato giorno di passeggio, e mi piace quell'atmosfera semplice, rilassata, poco rumorosa per quanto affollata, quasi che ognuno stesse riscuotendo un particolare e personale tributo dal proprio passato.


Ed ogni tanto, come riemerse da un luogo lontano nel tempo, si possono incontrare presenze che si credevano esistere solo nei film di Fellini...

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